Certe sere non ho proprio voglia di pensare. Mi trascino a fatica e i neuroni diventano fastidiosi. Si esprimono in coro, fanno mille schiamazzi al secondo e se attacco la presa mi insultano a turni.
Bussano alle tempie e le sfregano insistenti per raggiungere un unico scopo: ovvero risolvere i paradigmi dai quali sfuggo. Quelli che mi mettono in subbuglio e fabbricano una sfilza di quesiti.
Per carità, la cervice è bene usarla se vuoi colmarti di risorse. Puoi entrare e uscire dal tuo contenitore in modo elastico senza lacerarti. Puoi permanere o scomparire a dipendenza dei contesti. Ma se invece della quiete, ronzano sciami di errori e difetti, la situazione diventa più critica.
La Sophie che conosco da oltre trent’anni, è terribilmente pignola. Fissa i puntini sulle “i”, torna sulla stessa questione più volte fino a quando non la slega. Chiama a sè i sensi di colpa, li interroga uno ad uno, per poi dedurre che il crimine non c’era. Erano solo piccole defaillance di percorso, come succede a tutti in fondo. Ma la mia Sophie detesta quei nodi e ne debella le interruzioni. Anche se da quei lacci invasivi, raramente ci si libera.
Ambiguità e vaghezza sono vettori dell’ozio: non sollevano niente nè portano novità. Hanno focolai estesi che fomentano crolli e confusione. Tanto meglio lavorare sodo e fare gli straordinari. Evacuare le zone ingolfate e riportare ordine.
Arrovellarmi è una mia caratteristica e di sicuro la più complessa da estirpare.
Complica la visuale sul mondo, sulla gente e inibisce tutte le mie corde. Sono nata così, con la manìa di controllo su tutto ciò che non ha una motivazione vigile. Mi schianto se non approfondisco. Tendo a seguire un fil rouge per alleggerire i miei sensori.
Capire, sentire e provare, sono elementi carichi di responsabilità e conviverci non è affatto semplice. Non posso smettere di farlo ma vorrei esserne capace.
Anche solo per un attimo.
Allora di sera scelgo di non obiettare. Disattivo la mente e poi mi spargo. Rompo le catene ed evado da me.
Perchè io, certe sere sono greve…
e porto un peso indicibile.
MySelf by Luce Argentea
Facciamo a metà?
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Certamente cara. È da un po che non ti sentivo. Grazie di essere passata. Ti abbraccio forte
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Ti abbraccio anch’io.
Spero tutto bene.😘
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Si tutto bene grazie di cuore. Sei gentile a chiedermelo. E tu come stai? Bacio grande. 😍
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Anche da queste parti procede al solito.
Strano che ci siamo perse.
Buona giornata.🥰
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😍😍
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