C’è una pandemia fra la folla, di elevata gravità.
Una patologia invasiva sempre più preponderante. Una forma di ignoranza comunicativa, produttrice di massacri umani. Sto parlando degli analfabeti emozionali. Sono coloro che trattengono sensazioni, perchè non sanno spiegarle. Persone, dall’animo stupendo, ma totalmente inespresso.
Hanno una scarsa conoscenza di vocaboli interpretativi e di conseguenza, incastrano la lingua dentro profonde legature.
Non sono liberi, non sanno chi sono, oppure lo sanno ma non trovano il modo giusto per esternarlo. Girano intorno a parole monche, poco compiute. Forse nessuno gli ha mai insegnato l’espressione di sè. L’importanza del sapersi formulare, decifrare e soprattutto descrivere.
Scoppiano o implodono, ma non assegnano alcun nome a ciò che li dilagna. Quando chiedi motivazioni, o la causa dei loro mali, ti rispondono con movenze di un corpo. Mangiano unghie e sfoggiano tic. Fermano il respiro o serrano labbra, girano scattosamente lo sguardo sfregandosi la fronte, ma di spiegazioni vere non ne te danno mai.
La paura di scoperchiare l’occulto, è un handicap poco censurato.
Siamo in un mondo obsoleto, fintamente aggiornato. Tecnologicamente d’avanguardia, ma sguarnito a livello umano. Si sorvolano le principali regole della società, quelle che ci formano caratterialmente.
Siamo egoisticamente gelosi dei nostri saperi, lasciando aridità a chi ci è vicino.
Amiamo senza parlarci, soffriamo senza analizzarci.
Spariamo lamentele a raffica, insabbiando l’aria.
Tante urla rumorose, con silenti e infinite lettere vuote.
Luce Argentea