“I bambini non sono stupidi. La loro fisionomia delicata e fiabesca, talvolta può inibirci e spingerci a tutelarli continuamente. Credo che renderli partecipi dei cambiamenti e delle rivoluzioni quotidiane, di cui ne siamo protagonisti, è un modo saggio per indurli a crescere lentamente. È un gesto d’Amore, di considerazione, ma spesso malinterpretato. Certi genitori temono di violare la loro innocenza, e di negarli una serena infanzia. Effettivamente, ci sono cose che necessitano di un filtro, di una setacciatura. Non bisogna coinvolgerli in questioni troppo intime, come litigi coniugali irosi, separazioni affrettate, dando a loro il peso di responsabilità che non li riguardano. Non sono colpevoli di tanta dissonanza fra due amanti. Se assistessero a tumulti emotivi di tale calibro, otterremmo in futuro, adulti insicuri, frustrati ma soprattutto aggressivi.
I bambini, sono molto perspicaci, intuitivi. Capiscono dove vi è pericolo, oscillazione. Percepiscono ogni nota stonata, ogni malumore. Malgrado questo, per difesa, ritornano nel loro mondo fatato, dove il sogno prevale su tutto, coprendo ogni disagio. L’ingenuità è il loro scudo, una mano che li accarezza laddove le correnti incominciano a spingerli. Io li chiamerei piccoli adulti dal corpo gracile. Esili esternamente, ma con una intelligenza interiore destinata ad irrobustirsi sempre più.
Creare sotterfugi o false verità, è molto più dannoso di quanto crediamo. Mandiamo un messaggio errato, e cioè, scappare dai problemi, denigrarli. Gli insegniamo che il mondo è senza inciampi, senza imprevisti. Che tutto si ottiene e niente si perde. Ma la preziosità della vita va conquistata, e rincorsa . Difficile da ottenere e per niente scontata. E per farlo serve forza, crescita e maturità. Una maturità che solo la famiglia può stimolare attraverso quelle risposte mirate, dopo insistenti domande.
Non sono una madre, e non so nemmeno se lo diventerò. Sono consapevole dell’ardua salita, del potere educativo che un genitore può espandere alla prole. Un potere che può plasmarsi in rovinoso linguaggio. È troppo delicato come ruolo, un intervento da fare millimetricamente, senza strumentalizzazioni. Ci vuole limpidezza e non convenienza. Sincerità e non assenteismo. Ecco perchè credo, che siamo in pochi a nascere per diventare genitori. Pochi a voler accogliere una vita fra le mani, ed esser pronti ad accantonare la propria.”
Photo: Letizia Battaglia