Se chiudo una porta, la chiudo per davvero. Sbarro la via all’insulsa ostinazione, che mi ha fatta cadere solo più indietro. L’illusione graffia lo smalto caratteriale e decompone prospettive future, quelle che meriterebbero realmente di crescere. Allora scelgo di proteggere la mia dignità, la consistenza costruita con fatica e non ancora terminata.
Ci si edifica con pazienza nel corso degli anni e mai in un sol giorno. Non sono quel genere di donna recidiva, che ricalca il medesimo percorso. Una volta attraversata la zona, giro la testa verso l’orizzonte, scrollando la terra da sotto i piedi.
Non concedo tempo a chi non vuole farne buon uso. Sono stanca di attendere le tempistiche altrui, troppo lunghe e impossibili da accorciare. Gli individui titubanti nelle relazioni, sono così dappertutto e in qualsiasi settore umano. Tardano ad arrivare al dunque e buttano dalla finestra opportunità regalate come manna, da un cielo fin troppo magnanimo.
Certi soggetti vanno responsabilizzati e messi a fatto compiuto. Fargli affrontare prove dure di resistenza. Mai concedersi con facili consensi. Devono conoscere l’eccitazione dell’arrivo e contattare la meritocrazia che gli dia il premio. Fin quando non spaccheranno la testa contro un muro, confuteranno anche gli eventi più lampanti e la tua intelligenza ai loro occhi sarà stupidità.
E io non mi faccio prendere in giro da nessuno. Se non fanno tesoro della mia presenza prima, non ne potranno beneficiare nemmeno dopo. D’altronde sprecarsi a vuoto, è linguaggio troppo lesionista per chi si ama. Un morboso sistema vittimistico, usato come stratagemma da persone che di amore ne hanno ricevuto ben poco.
Esistono step da preservare con acume. Bruciarli prima dell’ora, significherebbe incenerire la continuità delle storie. C’è anche il rischio di scattare in tremendo ritardo, quando le persone sono cambiate, evolute a tal punto da scoprirsi diverse, lontane dal desiderio concepito agli inizi.
Il tempo ci muta, sia nel bene che nel male. Ecco perchè abbraccio la teoria del CARPE DIEM. Perchè per vivere appieno, bisogna cogliere quell’attimo in apparenza sfuggente, ma che alla fine cerca di impattare verso noi.
Bisogna correre sempre in sincronia con il tempo, come fossimo un gemellaggio di passi, l’uno al ritmo dell’altro.
Myself By Luce Argentea