Si, perché quando siamo felici, perdiamo il barlume della ragione, addormentiamo la reattività, quella lente di ingrandimento, che focalizza il contesto circostante. Il focus si appanna e l’egoismo riapre la corsa. Forse é per quello che temiamo di raggiungere la felicità, perché sappiamo quanto l’equilibrio tra il nostro IO e gli altri, spesso é in difetto. Sappiamo anche, che quando le acque sono piatte, non é sinonimo di calma, ma bensì di una tormenta. Una tempesta pronta a radere al suolo ogni nostro rifugio, ogni nostro pensiero positivo.
Effettivamente, non esiste alcuna vita, che abbia una sola piega. In ogni drappo, vi é una insidia, ma nel complesso é capolavoro. Le cuciture forse tenderanno a scucirsi, ma malgrado questo, la seta, non diventerà mai lino, né cotone. La qualità rimane sempre, anche dopo le scottature della vita. Se formiamo le basi necessarie per la sopravvivenza, ogni istante critico, diverrà arricchente per il futuro. Dunque, non temete la gioia duratura, né il momento da favola. Vivetela, respiratela come più la meritate, perché il bene vincerà sempre sul male!
L’importante é non smettere di pensare agli altri, anche se il cielo un giorno ha scelto di nutrire prima voi.
Ognuno di noi possiede due bicchieri, uno vuoto ed uno pieno. Versate un po’ d’amore in quello vuoto, e capirete cosa significa essere sazi.